La sua storia è iniziata il 17 aprile al Salone degli Incanti di Trieste, dove l’Ojo de Dios più grande del mondo ha visto la sua prima luce, a favore di LILT Trieste Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, per sostenere la ricerca e sensibilizzare la cittadinanza sulla centralità della salute, che passa anche attraverso la cultura, l’arte e la bellezza.
L’opera condivisa, condotta dall’arteterapeuta Francesca Salcioli, docente di Arteterapia all’Accademia di Belle Arti G.B. Tiepolo di Udine, ha nel corso della giornata coinvolto decine di persone, fra testimoni, artisti e, soprattutto, medici e ricercatori, in prima linea, questa volta, per testimoniare la potenza di una gioiosa condivisione e perseveranza.
“Siamo molto felici di sostenere un evento culturale e artistico particolare come questo”, ha da subito commentato Giorgio Rossi, Assessore alla cultura, sport, turismo ed eventi del Comune di Trieste, coorganizzatore dell’evento, “Quest’opera rappresenta la speranza di poter riprendere tutti gli eventi culturali, sportivi e turistici in presenza il prima possibile”. “Siamo felici e onorati di essere parte di questa iniziativa che in tempi difficili, come questi che stiamo vivendo, è simbolo di buon auspicio e speranza. Inoltre, siamo particolarmente orgogliosi che questa opera trovi il supporto del Comune di Trieste, non solo per la sua finalità benefica, ma anche come segnale di volontà di sostenere gli artisti che stanno molto soffrendo per i divieti che hanno sospeso o fortemente limitato le attività culturali-artistiche”, ha spiegato Bruna Scaggiante, Presidente LILT Trieste e coordinatrice LILT FVG.
L’impresa è stata iscritta per l’occasione ai Guinness World Records, nella speranza di donare un nuovo primato alla città di Trieste. “Ci proviamo”, ha dichiarato Salcioli, “Penso sia un bel segnale in questi tempi complessi, un piccolo seme di bellezza”. “Conosciamo già Francesca e in passato abbiamo sostenuto sue iniziative artistiche, come il grande Mandala di sale in Piazza Unità e i laboratori di Trieste Città dell’Arteterapia”, ha aggiunto l’Assessore Rossi, “Oggi speriamo tutti che questo evento aggiunga anche un nuovo record alla nostra città. In ogni caso è un’occasione per condividere una creazione artistica di buon auspicio e con spiccate finalità sociali”.
Gomitolo dopo gomitolo, sabato 17 aprile sera, dopo 14 ore di filatura continuativa, quando l’opera ha superato i 370 cm di diagonale, una delle braccia della croce lignea di supporto ha riportato una frattura, imponendo un’improvvisa sospensione del lavoro e lasciando tutti col fiato sospeso.
Da subito LILT Trieste e Salcioli hanno deciso di mettere in sicurezza l’opera ed, essendo ormai vicinissimi a raggiungere un nuovo record mondiale, completarla anche in termini di un’ultima aggiunta di filato. “Nei laboratori aggiustiamo quotidianamente Ojos de Dios che si rompono: è naturale”, aveva commentato l’arteterapeuta Francesca Salcioli: “Proprio l’atto di superare la difficoltà, recuperare il lavoro e vederlo infine finito e bellissimo ci fa amare ancora di più l’opera e ci ricorda come muoverci nell’affrontare gli ostacoli dei nostri giorni: quante volte dobbiamo riparare cose, situazioni, relazioni? Uno degli aspetti più profondi dell’Ojo de Dios è proprio questo: prenderci cura, anche quando è difficile, per assaporare dopo, con dolcezza, il vero senso della Provvidenza, che passa attraverso di noi”.
“Siamo molto vicini al completamento dell’Ojo de Dios”, ha aggiunto Bruna Scaggiante: “Sarà un simbolo non solo di bellezza, ma anche di rinascita dalle difficoltà, uno stimolo a combattere e coltivare pazienza e perseveranza al contempo. Cercheremo per questo simbolo un’installazione in una location adeguata, dove molte persone possano, nel guardarlo, trovare conforto e ispirazione, oltre che una festa di colori”.
Nei giorni scorsi, dopo aver riparato la struttura, gli artisti si sono riuniti ieri, domenica 25 aprile, coi componenti del Direttivo di LILT Trieste, presso il reparto di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Cattinara, per riprendere e completare finalmente l’opera in condivisione: “Desideravamo finire l’Ojo de Dios tutti insieme, artisti e medici, come un simbolo dell’alleanza tra medicina e arte, per il benessere della persona”, ha commentato oggi Salcioli.
L’équipe di medici e artisti ha fissato infine un nuovo record mondiale realizzando un Ojo de Dios con una diagonale di 4,10 metri, utilizzando ben 175 gomitoli di svariati colori e tonalità, per oltre 15 km di filato, in 16 ore totali di lavoro. L’opera è stata una fonte di impegno e gioia così intensi che LILT Trieste ha deciso, a sorpresa, di convertirla in dono per l’Ospedale Cattinara di Trieste, nell’ottica di un’ulteriore condivisione: “Rimarrà qui, in Ospedale, come simbolo di protezione e buon auspicio per tutte le persone”, ha dichiarato sui social Bruna Scaggiante, notizia che ha riscontrato da subito l’entusiasmo di chi ha seguito dal primo filo la genesi dell’Ojo de Dios.
Il team spera di ricevere ora anche una certificazione ufficiale del primato, da parte di Guinness World Records, a cui tutta la documentazione verrà ora presentata, insieme alla misurazione ufficiale finale, gentilmente offerta da Graziella Bloccari, architetto iscritto all’Albo Nazionale Omologatori Federazione Italiana Nuoto.
In attesa di conoscere i dettagli dell’installazione, l’Ospedale di Cattinara si prepara a ricevere un’ondata positiva di colore e a esporre stabilmente l’Ojo de Dios più grande del mondo, come simbolo dell’alleanza terapeutica tra medicina e arte e della sintesi tra cura e bellezza, attraverso il filo della relazione.