Alla fine dell’anno potremmo vedere le immagini inedite del più grande Mandala del mondo! Un grande festival malese punta al Guinness dei Primati, parlando di interreligione, arte, comunità e rispetto per l’ambiente.
La Malesia si prepara ad ospitare il grande Festival Internazionale Shravasti 2020, che si terrà dal 20 al 22 novembre 2020 nella capitale Kuala Lumpur: un evento di tre giorni organizzato in collaborazione con varie associazioni buddhiste della Malesia, Sri Lanka, Taiwan, Tailandia e India e che è pronto a richiamare oltre 50mila partecipanti.
Fra le diverse iniziative, il Festival si cimenterà nella realizzazione del più grande Mandala del mondo tentando di aggiudicarsi il Guinness World Record, dopo aver raggiunto già un altro incredibile primato, in occasione dell’edizione del 2000, per il più grande mandala/assemblage di fagioli, con ben 12 tonnellate di legumi!
Lo Shravasti Fest ospiterà anche un forum interreligioso dedicato al ruolo delle religioni nella promozione della sostenibilità ambientale, cerimonie di benedizione e una giornata interamente dedicata alle arti indigene del mondo. Il presidente del comitato dell’organizzatore di Shravasti Fest 2020, Adelyn Lim, in una cerimonia di lancio ha affermato che uno degli obiettivi chiave dell’evento è promuovere l’integrazione degli insegnamenti buddhisti nella vita contemporanea. Il festival mira inoltre a raccogliere circa 2 milioni di RM per organizzazioni no profit operanti nel campo dell’istruzione, dell’assistenza agli anziani, dello sviluppo dei giovani, della conservazione del patrimonio e della medicina. Maggiori informazioni sul sito: www.shravastifest.com.
Da sinistra: il vicepresidente della Young Buddhist Association of Malaysia Sin Yew Sen, l’alto commissario indiano per la Malesia Shri Mridul Kumar, il vice ministro della Difesa Liew Chin Tong, il fondatore dell’India Great Shravasti Center Drikung Kyabgon Tinle Lhundup e il vicepresidente dell’Associazione buddista malese Venerable Chan Liang al lancio di Shravasti Fest 2020 – Foto di Ahmad Zamzahuri
