Un Articolo pubblicato su The Guardian riporta i grandi benefici riconosciuti alla pratica artistica a scopo terapeutico e citati quest’anno in occasione del Congresso contro la tratta degli esseri umani, organizzato dall’ATEST per sensibilizzare il Senato americano sulla necessità dell’emanazione e applicazione di nuove leggi contro la schiavitù e il traffico di persone.
“Come sopravvissuti al traffico di essere umani non siamo veramente liberi finché non diventiamo liberi dagli effetti post-traumatici“, ha dichiarato Margeaux Gray, vittima dello sfruttamento sessuale minorile, testimoniando la sua personale esperienza di terapia con l’arte e sottolineando la necessità di un aumento dei servizi nella riabilitazione psicologica ed emotiva, fra i quali l’Arteterapia. Le vittime “si vergognano del loro passato e sono discriminate dalla stessa società per essere state coinvolte nel traffico sessuale“, sottolinea Atira Tan, direttrice dell’Art2Healing project, organizzazione australiana che lavora con i sopravvissuti della tratta sessuale in India e Nepal. “Il processo di creazione artistica è in grado di fornire un luogo sicuro dove la storia può essere raccontata in modo creativo e non invasivo“.
Ma l’Arteterapia non è solo riabilitazione, ma anche un territorio dove fare ricerca e raccogliere dati, per monitorare i bisogni e la salute mentale dei sopravvissuti, e uno spazio dove coltivare la prevenzione, attraverso interventi di lunga durata, che possano favorire la consapevolezza e ridurre il rischio di cadere di nuovo vittime di sfruttamento.
Grandi organizzazioni come Save the Children e Human Rights Watch stanno già sperimentato da anni l’attività artistica nella riabilitazione con le vittime di crisi umanitarie, osserva Rich McEachran, giornalista di The Guardian. Ma, nonostante le approfondite ricerche di terapeuti ed accademici, l’Arteterapia è ancora esclusa, o poco considerata, dalle politiche di molte organizzazioni non governative. “L’Arteterapia ha il potere di alleviare il trauma” dichiara McEachran nel sottotitolo“perché dunque non è ampiamente utilizzata per aiutare i sopravvissuti a ricostruire le proprie vite?”
“Tali approcci sono solo piccoli passi in relazione al quadro più ampio di porre fine alla tratta e alla schiavitù” osserva il giornalista di The Guardian, “ma sono passi nella direzione giusta “ conclude.
Foto: bambini sopravvissuti alla schiavitù mostrano le opere create insieme all’artista Benjamin Swatez. India.